Android e i consumi eccessivi: chi è il responsabile?
Abbiamo parlato in un paio di articoli sul sistema Android (questo e quest’altro) di come un task killer non sia una panacea e del fatto che spesso i problemi sono dovuti a singole app. Ora approfondiamo un po’ e cerchiamo di individuare queste app sprecone.
L’uso dei dati e della batteria
La prima e più importante forma di consumo delle risorse nell’ambito mobile è il traffico dati. Che sia wifi o 3g, l’emissione di onde radio necessarie alla comunicazione è un’attività dispendiosa sia dal punto di vista energetico che monetario (potenzialmente – nel caso di piani tariffari su base dati). E trattandosi di mobile, è anche una risorsa fondamentale e molto usata.

schermata Batteria
Anche Google lo sa. Con la sua politica aperta circa le app, su Google Play (ex Market) possono capitare applicazioni mal studiate, o prepotenti, o anche solo dalle opzioni poco chiare, che finiscono per consumare preziose “tacche” di batteria.
Il primo strumento che Android ci mette a disposizione per individuare tali abusi è Impostazioni > Info sul telefono > Utilizzo batteria. Se non lo trovate qui, forse è in qualche altro menu o sottomenu, oppure il produttore ha deciso di nasconderlo. Nell’ultimo caso potete rimediare installando Spare parts. Su alcuni dispositivi tuttavia non verranno mostrati dati dei consumi suddivisi per app (solo quelle di sistema), ma vi accorgerete facilmente che la maggior parte dei consumi sono dovuti a traffico dati/wifi e display.

Uso dei dati (ICS)
L’altro strumento, che Google ha aggiunto nella ultima versione di Android, IceCream Sandwich, è un monitor simile a quello della batteria, ma per l’uso della rete. In questo modo è facilissimo controllare gli sprechi, perché viene anche indicata la percentuale di traffico – per app – fatta in background e quindi non sotto l’attenzione dell’utente. Sarà facile scoprire abusi. Per le versioni precedenti di Android, potreste trovare qualche “network monitor” su Google Play (in particolare il più diffuso sembrerebbe Onavo), ma dipende sempre dal dispositivo se vedrete i consumi suddivisi per app.
Il display
La seconda causa di consumo della batteria è il display. Le soluzioni sono semplici, ma una in particolare non è affatto scontata. Intanto, se potete, cercate di tenere la luminosità il più bassa possibile, e accorciate i tempi di spegnimento del display.
La cosa più interessante però è che se avete un display a led organici (OLED), cioè quelli col nero veramente nero, i colori luminosi consumano molto più che i colori scuri. I display LCD comuni hanno una retroilluminazione costante, e per “fare il nero” si limitano a coprire tale luce (motivo per cui non è mai un vero nero). Al contrario, gli OLED emettono luce (e quindi consumano) solo se necessario. Questo è il motivo per cui generalmente le interfacce Android sono scure. Se leggete molto sul vostro tablet, quindi, considerate la possibilità di leggere in modalità notturna anche di giorno (bianco su pagina nera). Considerate anche di abbassare la luminosità del “bianco” (un grigio medio andrà benissimo!) per evitare il fastidioso effetto ottico della “vista a righe” (chi l’ha provata sa di cosa parlo).
Ad ogni modo, oltre a queste poche cose non si può far molto per ridurre i consumi del display, che rimarranno dominanti assieme a quelli del traffico dati e di rete.
Operazioni periodiche e widget affamati
Quando il dispositivo è a riposo, ci aspetteremmo che possa durare quasi in eterno; in realtà potremmo avere brutte sorprese. Il motivo per cui le app consumano risorse inaspettatamente è che lo fanno in sordina, o senza neanche avvisarci. Ci sono delle cose da sapere per non rimanere più sorpresi, in particolare riguardo le operazioni di background che vengono eseguite anche quando il dispositivo è in standby, svegliandolo.
Se un’app onesta compie delle operazioni periodiche, state certi che si tratta o di aggiornamenti dei dati (e quindi oltre al risveglio c’è consumo di risorse di rete), dell’aggiornamento di un widget. In entrambi i casi, un’app onesta dovrebbe avere fra le impostazioni la possibilità di regolare la frequenza di tali aggiornamenti o disattivarli. Un’app particolarmente seria vi permetterà di disabilitare la sincronizzazione dalle impostazioni generali del device.
I widget in particolare, secondo Google, dovrebbero essere programmati per ricevere aggiornamenti al massimo ogni mezz’ora. Tuttavia esistono modi di rendere gli aggiornamenti ben più rapidi, fino a pochi secondi! Se questo sistema non viene sviluppato bene, immaginatevi il cellulare che ogni tot secondi aggiorna il widget. Non dorme mai! Tenete sempre d’occhio i widget quando siete a caccia di sprechi.
Se abbiamo a che fare con un’app disonesta, è possibile che trasmetta dati o esegua operazioni completamente a vostra insaputa. Se avete la possibilità di monitorare il traffico dati per app, e ne notate una che comunica in background senza avervene dato nota e senza ovvi motivi, diffidatene particolarmente.
RAM e memoria in generale non influiscono
Può venirvi il dubbio che una memoria piena sia più costosa da mantenere di una vuota. Non preoccupatevi: che sia vuota o piena la RAM consuma sempre uguale – anche se il dispositivo è in standby. Anzi, se un’app non è già in memoria, caricarla dalla memoria di massa sarà più dispendioso. Per quanto riguarda la memoria di massa, si tratta sempre di memoria flash, che consuma solo quando è necessario scriverci/leggerla.
Wakelock
Alcune applicazioni hanno bisogno di mantenere attivo il dispositivo, anche se magari il display è spento, per completare un’elaborazione o un download. Se però tali app hanno problemi, o gestiscono male la cosa, il dispositivo rimane attivo (in wakelock) indefinitamente. Ci si accorge della cosa perché lo standby non è più così economico.
Altri accorgimenti
Rimangono le solite cose che potete decidere da voi spulciando le impostazioni del vostro dispositivo. La nota più importante riguarda la disattivazione automatica del wifi, ma la scelta è vostra. Ricordate poi che anche il bluetooth e il gps consumano batteria se attivi, anche se non usati. Personalmente preferisco il controllo manuale di questi tre fattori, tramite alcuni widget (passivi!) che permettono di abilitarli e disabilitarli facilmente.
Un’ultima nota: se usate spesso app sostenute dalla pubblicità dovete considerare, seppur minimi, i consumi dovuti allo scaricamento e visualizzazione dei banner (oltre al fatto che alcune obbligano all’uso online). Quindi non rifiutate a priori l’idea di prendere la versione a pagamento, alla fine ne potrebbe risultare un vantaggio per tutti!
E con questo è tutto!
Fonti interessanti:
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Andreid il 28 marzo 2012 alle 21:39, ed è archiviato come News Androidiane. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 10 anni fa
Grazie dell’articolo.
circa 8 anni fa
ciao a tutti, ho per sbaglio, mentre lo spostavo, eliminato il widget power control dalla schermata home, ho un gnexus con paranoid 3.69 mi dite come reinserirlo per favore
non lo vedo da nessuna parte, sicuramente mi sta sotto gli occhi ma proprio non lo trovo grazie
circa 8 anni fa
ciao! i widget in genere puoi trovarli tenendo premuto a lungo sullo sfondo e scegliendo “widget” dal menu che appare, o se non c’e', dal menu dalla schermata con l’elenco di tutte le applicazioni (in alto dovrebbero esserci le indicazioni “applicazioni” e “widget”).